venerdì 2 novembre 2012

Ricordi di Viaggio: Londra, Edimburgh e Glasgow - di Giuseppe Mocci


Glasgow

Nei primi anni del 1970 l’Ente Sardo Industria Turistica (ESIT) proseguì la promozione turistica della Sardegna nel Regno Unito; città interessate: Londra, Edimburgo e Glasgow
Anche allora fui incaricato di intensificare l’attività di promozione turistica, secondo il programma Esit-Regione, dato il notevole incremento dell’arrivo di turisti inglesi in Sardegna e, soprattutto, ad Alghero
Il primo appuntamento era stato fissato a Londra, dove il delegato dell’Ente Italiano per il turismo (ENIT) era molto attivo e bene introdotto nei vari ambienti londinesi. 
Nel solito Hotel, si svolse il nostro programma: conferenza, proiezioni delle belle spiagge della nostra isola (il motto era: “Una spiaggia tutta per te”) e incontro con gli operatori turistici inglesi. 
Di sera, finito il lavoro, feci un breve giro in città per acquistare una pipa di marca, da portare in regalo a un caro amico fumatore. La comprai in un famoso negozio, elegante e ben assortito, dove si vendevano articoli da regalo, bellissime pipe e ottimi tabacchi per le stesse. 
Il titolare, un signore anziano molto gentile, vedendomi particolarmente interessato agli articoli esposti, si avvicinò e mi disse che le sue pipe, le migliori al mondo, venivano fabbricate con materiale proveniente dall’Italia e precisamente dalla Sardegna. 

Curiosità:
Il titolare del negozio mi disse che il contenitore interno delle pipe, la parte più importante, era di radica sarda (la radice dell’erica arborea). 
Al rientro in Sardegna, consegnata la pipa e una busta di tabacco speciale all’amico, chiesi a diversi fumatori se conoscessero la storia di questo strumento. Tutti mi risposero di non conoscerla. 
Pensai ad una storiella inventata dal londinese; invece la storia della radice dell’erica sarda era esatta. Infatti, qualche giorno dopo il mio rientro da Londra, lessi sull’Unione Sarda che in Ogliastra c’erano (e ci sono ancora) artigiani che lavoravano la radice dell’erica e la spedivano a Londra, dove gli artigiani inglesi completavano la lavorazione della pipa, facendone dei capolavori molto apprezzati. 

Finito il lavoro a Londra, io e i miei collaboratori, compreso il delegato italiano per il turismo, partimmo in aereo per la Scozia, Glasgow. 

Punto di informazione Turistico

La Scozia, che occupa la parte settentrionale della Gran Bretagna, in inglese è chiamata “Scotland”, in Gaelico (seconda lingua parlata) “Alba”. Anticamente chiamata Caledonia, era un regno indipendente, che dovette combattere per tantissimi anni contro l’Inghilterra, che voleva sottometterla. 
Fra tutte le guerre, la più famosa e cruenta è quella del 1298, conclusa con un’enorme carneficina da entrambe le parti (Edoardo re degli inglesi e William Wallace, comandante degli scozzesi) nella battaglia di Falkirk, vinta dagli inglesi. Ma gli scozzesi non si arresero e continuarono la lotta (con scorrerie ed imboscate) riuscendo a rimanere indipendenti fino al 1603, quando i due regni si unirono dinasticamente. Infine nel 1707, col famoso “Atto di Unione” la Scozia entrò a far parte del Regno di Gran Bretagna, assieme ad altre tre nazioni (Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord). Oggi ogni nazione ha il suo parlamento autonomo, ma a Londra, in Inghilterra, c’è il Parlamento del Regno di Gran Bretagna. 
Il lavoro a Glasgow durò un solo giorno, ma fu un successo. Della promozione turistica per la Sardegna ne parlarono, il giorno dopo, alcuni fra i più importanti quotidiani. 
Da questa grande città scozzese, la seconda per abitanti ma senz’altro la può importante economicamente, ci recammo con un taxi a Edimburgo, la capitale, dove ripetemmo il nostro programma. Qui, però non trovammo lo stesso entusiasmo di Glasgow. 
Durante la permanenza in Scozia visitammo, in un piccolo paese, una fabbrica di whisky, molto antica ma sempre in attività frenetica. Gli operatori ci spiegarono i loro metodi di lavorazione, ci mostrarono le materie prime impiegate e gli ingredienti usati (mosti fermentati di orzo, granturco e avena). 
L’ultima sera di permanenza a Glasgow, gli amici inglesi del gruppo di lavoro ci portarono a cena in un grande e famoso locale notturno. Qui, oltre alla cena, si poteva ascoltare buona musica e ballare. Noi eravamo interessati solo alla cena, che venne servita fino a mezzanotte, quando l’orchestra suonò l’inno nazionale; tutti si alzarono in piedi e le cucine furono chiuse. 
Subito dopo, molti clienti, gli anziani, lasciarono il locale, mentre le coppie giovani o di mezza età ballarono fino al mattino. Noi rimanemmo ancora un’oretta per vedere l’usanza degli scozzesi. 

Curiosità:
Generalmente le donne cambiavano spesso ballerino, anche perché i loro mariti erano ubriachi e addormentati su comodi divani. Della circostanza ne approfittarono i ballerini arrivati dopo cena e privi di consorte. Queste nuove coppie ballarono allegramente e, spesso, qualcuna si allontanava dalla sala per una decina di minuti; i locali dei servizi (bagni e toelette) erano sempre affollati… 



Sosta nei pressi di Edimburgo

La mattina seguente, eravamo diretti all’aeroporto, per il rientro in Italia, quando, nei pressi di Edimburgo, il taxista si fermò davanti a un gran monumento e iniziò a parlarci della grande battaglia che si svolse in quei paraggi fra Scozzesi e Inglesi: la battaglia di Falkirk.
Noi due non riuscimmo a trattenere una sonora risata, che non fu gradita dal nostro taxista. Allora spiegammo allo scozzese che la nostra risata era dovuta solo al fatto che anche noi stavamo parlando di quella battaglia. L’autista, allora, si compiacque con noi, meravigliato per le altre notizie storiche che gli fornimmo.

Curiosità:
Gli scozzesi mi sono apparsi molto aperti; loquaci come i napoletani e ribelli verso il Regno Unito di Gran Bretagna. Mentre gli inglesi, com’è noto, sono chiusi, taciturni e fieri della loro antica ricchezza e potenza.

Testo di Giuseppe Mocci - Tutti i diritti riservati
Editing G.Linzas

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