martedì 12 luglio 2011

STORIA MEDIOEVALE DELLA SARDEGNA (sintesi - 8ª parte)

LA BATTAGLIA DI SANLURI
“SA BATTALLA”  30 giugno/1 Luglio 1409
A cura di Giuseppe Mocci

La battaglia di Sanluri - di Giovanni Marghinotti

Alla morte di Eleonora, il Giudicato d'Arborea passò al figlio Mariano V, ancora minorenne, per cui prese la reggenza il padre Brancaleone Doria.
Questa reggenza durò pochissimo, perché Mariano V morì subito dopo la successione. Brancaleone tentò di succedere al figlio, ma la maggior parte degli arborensi si opposero e invocarono il diritto di successione sul Giudicato in favore alla sorella di Eleonora: Beatrice d'Arborea Bas Serra, moglie del Visconte di Narbona, Amerigo VI, potente di Francia.
Sorsero allora a Oristano due partiti, quello pro Brancaleone, appoggiato da Genova, e quello dei sostenitori di Beatrice “che si promettevano il forte soccorso del Visconte suddetto”, appoggiato dalla Francia.
Prevalse il partito di Beatrice e, a seguito di regolari elezioni cui parteciparono i nobili d'Arborea, il clero e tutti i procuratori delle Ville, fu eletto Giudice d'Arborea il nipote di Beatrice, Guglielmo III di Narbona. Seguì un accordo tra Beatrice e suo cognato Brancaleone.
Il Re d'Aragona, venuto a conoscenza della composizione della discordia tra i sardi per il Giudicato d'Arborea e che il Visconte di Narbona aveva riunito un grosso esercito nel Castello di Sanluri, preparata una grande armata, composta da spagnoli, siciliani e mercenari, la inviò in Sardegna al comando del figlio: l’Infante Martino il Giovane, re di Sicilia ed erede della Corona d’Aragona.

Castello di Sanluri

L’armata spagnola, inferiore di numero a quella arborense, era meglio armata e posta al comando unico dell’Infante.  L'armata comandata da Guglielmo III era composta da sardi, narbonesi e genovesi.
L'Infante di Spagna da Cagliari, “unica roccaforte con Alghero ancora in mano iberica”, inviò a Sanluri un suo rappresentante, per tentare di trovare un accordo col Giudice d’Arborea, per la riconquista del Regno di Sardegna.
Fallito questo tentativo, Martino, con la sua potente armata, “lasciò Castel di Cagliari il 26 giugno del 1409 … e si diresse verso Sanluri, dove stazionavano circa diciassettemila fanti e tremila cavalieri fra sardi, francesi, genovesi e lombardi... in un bailamme di lingue, di modi, di costumi e di comportamenti che ne limitavano la governabilità e la forza. Lo scontro finale cominciò all’alba del 30 giugno.
Dopo un discorso d’incitamento del sovrano Martino il Giovane, l’esercito siculo-catalano-aragonese cominciò ad avanzare fino ad una lega da Sanluri… arrivò fino al colle dov’era il Visconte di Narbona-Bas col suo esercito… e cominciò il combattimento”.
La battaglia continuò il primo luglio. Quanto durò e come si svolse la lotta non è molto chiaro; certo fu aspra e accanita… Vinsero, come si sa, le armi palate (i pali della bandiera originaria dei catalani).
Secondo le fonti aragonesi (Zurita) morirono sul campo cinquemila sardi e quattromila furono catturati; “invece, solo pochissimi nobili iberici vi avrebbero lasciato la vita” (prof. F.C. Casula).

schema de "sa battalla" (autori Giacomo Sanna e Ugo Crisponi) - tavola tratta da www.cmsc.it

Una parte dell’esercito arborense si rifugiò nel castello di Sanluri, ma fu preso d’assalto dagli spagnoli, “che uccisero duecento balestrieri genovesi e cento fanti francesi, e che passarono a fil di spada gran parte della popolazione civile, senza distinzione di età; furono risparmiati solo gli uomini e le donne abili al lavoro.” Il grosso dell’esercito di Guglielmo si ritirò in direzione del Castello di Monreale, senza però raggiungerlo, perché venne intrappolato a ridosso del rio Mannu… “nel luogo sinistramente denominato ancora oggi "su occidroxiu", il mattatoio, : un’altra strage.
Il resto dell’esercito arborense, che riuscì a salvarsi, si rifugiò nella fortificata città di Oristano.
Dopo il grande scontro, seguì una lunga pausa, per il grande caldo di luglio e anche perché molti spagnoli e loro alleati erano stati colpiti dalla malaria (fiebre pestilencial).
Il re Martino il Giovane rientrò quindi a Cagliari.


Curiosità:

Sul giornale L’Unione Sarda del 3 Luglio u.s. è uscito un servizio da Sanluri, sulla rievocazione storica della famosa battaglia, che riportava in ventimila i sardi morti. Un numero molto lontano dalla realtà.
Il prof. F. C. Casula ritiene già sproporzionato il numero di quattromila morti riportato dallo storico aragonese Zurita, che scriveva nel 1500.
Tutti gli storici, che hanno trattato l’argomento, si rifanno alla versione Zurita; qualche centinaio in più o in meno.
L’esercito di Guglielmo, compresi gli alleati, forse, non superava le ventimila unità.

Testi a cura di Giuseppe Mocci - Tutti i diritti riservati

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