sabato 28 gennaio 2012

Còntusu: "Sa sattera de 'Ompai Giuannantõi" - di Giuseppe Mocci

Nel secolo scorso a Nurachi c’era un signore, alto, grasso e ricco, considerato dai suoi compaesani saggio e insuperabile sotto tutti gli aspetti, soprattutto in agricoltura, nella cui attività i nurachesi sono stati sempre molto bravi.
Tutti i lavori agricoli venivano stabiliti da ‘Ompai Giuannantõi. Quando, per esempio, si doveva procedere alla semina del grano, i contadini attendevano che iniziasse i relativi lavori ‘Ompai Giunnantõi.
Al riguardo, questo era il dialogo doveroso tra due agricoltori, che chiamiamo Giuseppi e Franciscu:
Nara Franciscu…, chiedeva Giuseppi,
Asi cuminzau a arai?
Rispondeva Franciscu:
No appu cumintzau poita ‘Ompai Giuannantõi no adi ancora cumintzau!
Oppure, se era tempo di vendemmia, Giuseppi chiedeva a Franciscu:
Nara Franciscu, asi cumintzau a binnonai ?
Franciscu rispondeva:
Nou, poita... ‘Ompai Giuannantõi adi cumintzau?
Gli rispondeva Giuseppi:
Si, si, ‘Ompai Giuannantõi adi cumintzau!
Franciscu allora rispondeva:
Issàrasa crasi cumintzàusu nosu puru!
Giuannantõi era una autorità riconosciuta e rispettata da tutti; a nessuno negava un favore o una raccomandazione. Egli era sempre disponibile, anche perché godeva di amicizie altolocate. 
Si diceva che, fino agli anni '50, quando un compare di Giuannantõi desiderava mangiare pesci di "Mare 'e Pontis" si rivolgesse a Giuannantõi e la cosa era fatta.
Con un suo “billettu”, il compare si presentava in Peschiera (Pontis o Pischeredda) e otteneva i pesci desiderati.
“Su billettu” doveva essere una specie di buono di prelevamento, in bianco, concesso dai padroni dello Stagno a ‘Ompai Giuannantõi, il quale vi aggiungeva solo il nome. Non solo, ma tutti i nurachesi erano trattati con un certo riguardo. Ad essi veniva concessa o tollerata la pesca nello stagno con Sa sattera, nei mesi estivi.
“Sa sattera” era una specie di stuoia galleggiante, fatta da un intreccio di canne ed erbe palustri. Questa veniva stesa sullo stagno, in acqua bassa a circa un metro dal fondo. Tutt’intorno, quattro o cinque uomini agitavano il fondale e l’acqua intorno. I pesci, spaventati, schizzavano fuori dall’acqua e, alcuni, finivano sopra “sa sattera”.
Prova e riprova questi strani pescatori, dopo un lungo lavoro, riuscivano a portare a casa qualche chilo di muggini. 

Pischeredda

I nurachesi praticavano questa pesca nella zona di Mare ‘e Paui e Pischeredda, le località più vicine. Pare che il motivo di questo particolare trattamento loro riservato fosse dovuto anche al fatto che, in questo paese, non c’erano più pescatori di professione.
Gli stagni che circondavano il paese, infatti, vennero bonificati negli anni ‘20 e, con essi, sparirono anche i pochi pescatori.
I nurachesi, poi, sono stati sempre bravi agricoltori e, direi, anche filo governativi, cioè rispettosi delle leggi e dei regolamenti.
Al riguardo, si diceva anche che i guardiani dello stagno,is tzaracus de Pontis, a Nurachi erano ricevuti benevolmente e che spesso venissero invitati al Bar o nelle cantine.
Ciò, invece, non avveniva a Riola o a Baratili, dove i pescatori erano numerosi e tutti in lotta contro questi guardiani e i loro padroni.

Testo di Giuseppe Mocci - tutti i diritti riservati

Editing G.Linzas 
Revisione dialetto B.Sulas

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