(falesie di Su Cuccuru Mannu)
Straordinaria scoperta archeologica nel Sinis di Riola: in cima ad una collinetta in prossimità delle falesie di Su Cuccuru Mannu (poco distante dal Parco dei Suoni e della Musica), tra la folta vegetazione della macchia mediterranea, è stata ritrovata un’antichissima tomba intagliata nella roccia, la cui struttura sembra richiamare, per diversi aspetti, le “tombe dei giganti” (*).
(foto n. 1)
La tomba è lunga approssimativamente 4-5 metri , larga poco più di un metro e profonda circa un metro; sono presenti due gradini all'ingresso ed è preceduta da una sorta di camera circolare abbozzata (esedra ?).
Pare sia stata la Soprintendenza ai beni archeologici, ricevuta la segnalazione già alcuni mesi fa', ad intervenire e ad effettuare gli scavi nel sito.
A lato della tomba sono presenti cumuli di terra setacciata, con alcuni spezzoni di lastre facenti parte, probabilmente, della copertura originaria.
A lato della tomba sono presenti cumuli di terra setacciata, con alcuni spezzoni di lastre facenti parte, probabilmente, della copertura originaria.
Si presume che nel luogo della sepoltura siano stati ritrovati degli oggetti e/o reperti, immediatamente posti sotto la tutela della Soprintendenza stessa.
(foto n. 2)
Questa scoperta dimostra ulteriormente (se mai ce ne fosse stato bisogno) la notevole importanza del Sinis per quanto riguarda le testimonianze degli insediamenti umani di epoca nuragica e prenuragica.
Restiamo in attesa di conoscere, quanto prima, le valutazioni degli archeologi e i risultati dei loro studi anche sugli eventuali reperti ritrovati.
(g.l.)
(g.l.)
(*)
Le tombe dei giganti (tumbas de sos gigantes) sono monumenti funerari costituiti da sepolture collettive appartenenti alla età nuragica e presenti in tutta la Sardegna.
Come i nuraghi, queste particolari costruzioni megalitiche non hanno nessuna equivalenza nell'Europa continentale e sono costruiti con una particolare forma a pianta rettangolare absidata, edificati mediante lastre di pietra di grandi dimensioni conficcate nella terra.
Questi particolari sepolcri consistono essenzialmente in una camera funeraria lunga dai 20 ai 30 metri e alta da 2 a 3 metri . In origine l'intera struttura veniva ricoperta da un tumulo somigliante più o meno ad una barca rovesciata. La parte frontale della struttura è delimitata da una sorta di semicerchio, quasi a simboleggiare le corna di un toro, e nelle tombe più antiche, al centro del semicerchio è posizionata una stele alta molte volte fino a 4 metri , finemente scolpita e fornita di una piccola apertura alla base che - si suppone - veniva chiusa da un masso, e tramite la quale si accedeva alla tomba. In quella età pensavano che il toro e la madre natura si accoppiassero per poi dare vita ai defunti nell'aldilà. Nelle vicinanze dell'ingresso veniva eretto un betilo (o betile) a simboleggiare - si pensa - gli dei o gli antenati che vegliavano sui morti.
I membri della tribù, del clan o del villaggio, venivano a rendere omaggio ai morti della comunità, senza distinzione di rango, senza particolari privilegi e senza apportare offerte di valore. Erano infatti degli ossari nei quali depositare le spoglie dei defunti una volta che queste erano divenute degli scheletri.
I culti legati alle tombe di giganti sono da collegarsi al dio Toro e alla dea Madre e, secondo alcune ipotesi, la forma della costruzione richiama sia ad una testa bovina sia ad una partoriente (la morte era infatti legata alla nascita secondo il principio della rinascita). I sepolcri e le necropoli divennero - nel tempo - sempre più grandi e solo successivamente la tradizione popolare sarda le ha definite domu 'e s'orcuossia Casa dell'orco, poiché si pensava che il grosso quantitativo di ossa rinvenute al loro interno fossero i resti dei banchetti di un gigante. Il nome è stato poi italianizzato. (fonte Wikipedia)
Tumbas de is mannus!! E "is mannus" in sa lingua nostra bolit nai un'atera cosa.. (Ste Soi)
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