FINE DEL VASSALLAGGIO A PISA
A cura di Giuseppe Mocci
Alla morte di Mariano II nel 1297, sul Giudicato di Arborea si insediò suo figlio Giovanni Chiano de Bas Serra. Egli regnò per pochi anni, essendo stato “assassinato un 23 Marzo tra il 1304 e il 1307” .
Divenne, allora, Giudice di Arborea Mariano III, figlio naturale di Giovanni Chiano, non ancora diciottenne; “avrebbe governato - in consorte - col fratello Andreotto dal 3 Aprile 1308, anno in cui troviamo i due Bas Serra signori di Montiferro e dei castelli di Serravalle e di Monteacuto, venduti loro col borgo di Bosa Nuova e tutta la Planargia. Il notevole acquisto gli permise di unire quelle regioni al territorio ultragiudicale logudorese già in possesso arborense per guadagno politico o per conquista” da parte di suo nonno Mariano II.
Mariano III, per ragioni della sua nascita, venne contrastato dai Pisani, i quali lo umiliarono, quando lo costrinsero “a comprare dall'Imperatore Arrigo VII di Lussemburgo il riconoscimento dei propri diritti successori”. Fatto, questo, che determinò in Mariano una grande insofferenza alla ingerenza di Pisa.
(Bosa - castello di Serravalle)
Mariano III, per ragioni della sua nascita, venne contrastato dai Pisani, i quali lo umiliarono, quando lo costrinsero “a comprare dall'Imperatore Arrigo VII di Lussemburgo il riconoscimento dei propri diritti successori”. Fatto, questo, che determinò in Mariano una grande insofferenza alla ingerenza di Pisa.
“Mariano III fu un sovrano premuroso del suo Regno, di cui curò la restaurazione di strade e di ponti, specie del Ponte Grande su Tirso. Completò l'opera di restaurazione urbanistica della capitale iniziata dal nonno Mariano II.”
(Oristano - antiche mura medioevali e torre di Portixedda)
Alla morte di Mariano III nel 1321, divenne Giudice d'Arborea Ugone II de Bas Serra; non senza difficoltà, come era successo a suo padre.
Poiché anche Ugone II era un figlio naturale, Pisa non volle riconoscere i suoi diritti alla successione, perchè “est bastardus” e appoggiò invece “le rivendicazioni di Giacomina della Gherardesca, vedova di Giovanni Chiano.”
Ugone comunque riuscì a farsi riconoscere Giudice di Arborea, tacitando Pisa con 15.000 fiorini, e diede inizio ad una nuova politica antipisana, che determinò un nuovo corso della storia sarda: la fine del vassallaggio a Pisa e l’inizio del vassallaggio al re d’Aragone Giacomo II, il quale era stato, precedentemente nominato dalla Chiesa re di Sardegna e Corsica.
Ugone si accordò, segretamente, con Giacomo II alle seguenti condizioni:
- giuramento, da parte sua, di fedeltà al re aragonese e il pagamento di un contributo annuo di 3.000 fiorini d’oro al medesimo;
- l’assicurazione del mantenimento dei diritti dinastici di Ugone II sul Giudicato d’Arborea ed una protezione militare da parte di Giacomo II.
Nello stesso anno, l’11 Aprile 1323, Ugone attaccò col suo esercito "gli odiati Pisani al confine meridionale fra Villanovaforru e Sanluri, in zona Santa Caterina, e chiese subito aiuto a Giacomo II con una lettera” nella quale, tra altri particolari, diceva: “speravo che voi (Giacomo II) sareste venuti in marzo, e così ho cominciato quello che credevo conveniente alla grandezza della Corona regia opponendomi ai nemici giunti per munire le terre e prepararsi a resistervi….. Non tardate a venire, perché il pericolo è nell’indugio”. Intanto a Santa Caterina Ugone fece strage dei Pisani e, nella stessa lettera, riferisce di aver sollevato tutta la Sardegna contro gli odiati pisani.
(medaglia di Alfonso d'Aragona)
Il 13 Giugno 1323 l’armata aragonese, al comando dell’Infante Alfonso, sbarcò, su consiglio di Ugone, “a Palma di Sulcis in agro di S.Giovanni Suergiu”. Per primo l’armata pose l’assedio a Villa di Chiesa (Iglesias), che capitolò dopo sette mesi, in un secondo tempo, con la cooperazione determinante di Ugone II, pose l’assedio a “Castel di Castro (Cagliari), che capitolò il 19 Giugno 1324”.
I pisani "firmarono un trattato, sottoscritto pure da Ugone d’Arborea, con cui cedevano ai Catalani-Aragonesi tutti i propri possedimenti coloniali oltremarini di Càlari e di Gallura, tranne la città capoluogo (Castel di Castro, oggi Cagliari), tenuta in forma feudale”; cioè Cagliari diventava vassalla dei catalani-aragonesi.
L’Infante Alfonso, perfezionati gli accordi con Ugone II, strinse accordi anche con i Doria, i Malaspina e col Comune di Sassari.
Nominato un Governatore del Regno di Sardegna, Alfonso s’imbarcò con la moglie Teresa (era allora una usanza portare con sé la moglie in guerra) il 25 Luglio 1324, e il primo agosto sbarcò a Barcellona, dove fu ricevuto con grandi feste e solennità durate due giorni.
Ebbe così inizio l’infeudazione (vassallaggio) della Sardegna in favore dei baroni Catalani, Aragonesi, Valenzani e Maiorchini, che avevano partecipato all’impresa.
Ugone II si mantenne sempre fedele all’alleanza con il re Catalano-Aragonese. Egli partecipò anche alla soppressione dei rivoltosi anti-spagnoli a Sassari del 1329.
“Coerente con la sua politica, aveva fatto sposare ben sette dei suoi dieci figli con altrettanti donzelli e donzelle di nobili famiglie iberiche……Aveva imposto ai figli Pietro, Mariano e Giovanni una educazione catalana, inviandoli a Barcellona perché studiassero e frequentassero la Corte.
Ugone II de Bas Serra morì che aveva appena quarant’anni, nel 1335.
Testo a cura di Giuseppe Mocci - Tutti i diritti riservati.
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