giovedì 28 luglio 2011

STORIA MEDIOEVALE DELLA SARDEGNA (sintesi - 11ª parte)

IL GIUDICATO DI GALLURA 

 
stemma del Giudicato di Gallura

“Era chiamato così perchè delimitava lo stretto delle Bocche di Bonifacio, fra la Sardegna e la Corsica, detto nell'Alto Medievo “fretum gallicum”, cioè stretto gallico (la Corsica era, allora, Franca, ovverosia gallica).”
Anche questo Giudicato “era uno stato sovrano e perfetto anche se poverissimo”.
Il suo territorio, quasi tutto montuoso e sterile, confinava a Ovest col Giudicato di Torres, a Sud con Calari. Data la natura del suo territorio aveva anche pochissimi abitanti “forse non più di cinquantamila abitanti”. Però, il medesimo era strategicamente importantissimo perché controllava tutte le rotte marittime del Tirreno superiore ed era facilmente raggiungibile dalla Toscana.  Visse di fatto 388 anni, dal 900 d.c. al 1288, quando, per ragioni politiche note, fu abbandonato dall’ultimo sovrano, Nino Visconti, e invaso dalla Repubblica comunale di Pisa che lo trasformò in una sua colonia oltremarina fino al 1334. Non si sa quale sia stata la prima capitale del Regno. Alcuni parlano di Suraga o Surache, una villa scomparsa, altri indicano Luogosanto; “certamente non Olbia, già chiamata Fausania, perché era completamente evacuata al tempo delle incursioni musulmane… Fu rifondata , col nome sintomatico di Terranova.”.
Il Giudicato fu amministrato “almeno, da una decina di generazioni di sovrani noti; i primi, dell’XI secolo, furono forse della casata pisana dei Gherardesca, poi, a seguire, delle casate indigene degli Zori, dei Gunale, degli Spanu, dei Lacon e, infine dei Visconti originari di Pisa.”. Il suo stemma era il Gallo.

Uno dei castelli del Giudicato di Gallura - Castello di Pontes, Galtellì

“Nel 1258 i confini del Regno furono ampliati per conquista, inglobando un terzo dei territori dello sconfitto e smembrato Regno di Calari.”.  In quel periodo il Giudicato era composto da undici Curatorie e da due Diocesi”: quella di Civita o Fausania, con sede a Tempio… e quella di Galtellì.”. Le due Diocesi, allora, passarono sotto il controllo dell’Archidiocesi di Pisa.
“Non si sa niente, purtroppo, del codice di leggi statale chiamato, in sardo, Carta de Logu (de Gallura)”; così come negli altri Giudicati.
Non si conoscono poi i nomi dei Giudici che governarono nel 900 e nemmeno durante l’invasione del capo arabo Mugiahid (Mogheto) nel 1015/16.
Dallo storico del 1500 Giovanni Fara (De Rebus Sardois) apprendiamo che, nel 1050, resse la Gallura un certo Manfredi, pisano. Pare che, dopo Costantino della Gherardesca (Pisano), salirono sul trono Giudici indigeni, forse a causa di una rivolta contro i pisani.
“Si ha, poco prima del 1113, Torchitoro de Zori… poi si ha un Saltaro de Lacon- Gunale-Zori, ed un tirannico Ittocorre de Gunale.”
Di questi ultimi due si sa che erano “sostenitori del Comune toscano”. Seguirono Costantino III de Lacon–Gunale e Barisone, “che venne spodestato” forse dalla CORONA de LOGU di Gallura. Allora sarebbe stato nominato - Giudice di fatto – Costantino Spanu, il quale avrebbe sottoscritto “un’alleanza con Pisa, mai più ricusata.”.
E’ noto che Barisone si rifugiò “con la moglie presso i parenti sovrani d’Arborea, dove… gli nacque una figlia, chiamata Elena.”.

Antico disegno dove sono raffigurati tre castelli del Giudicato di Gallura

Alla morte di Barisone, regnando Costantino Spanu e avendo Elena raggiunta l’età da marito, “si svegliarono gli appetiti matrimoniali di molti signori Sardi e Italiani.”.
Salì sul trono di Gallura la figlia di Barisone, Elena, che “sposò, nell’estate del 1207, Lamberto Visconti, figlio del console di Pisa.”.
“Con Lamberto al governo… la Storia di Gallura si fece più attiva.”. Egli avrebbe fondato “la capitale Terranova (oggi Olbia)”. Il medesimo influenzò al massimo la politica filo pisana del Giudicato di Callari; non solo, ma essendo rimasto vedovo di Elena, sposò Benedetta, sua cugina, vedova del Giudice di Callari Pietro-Torchitorio III.
 Dal 1219 al 1224 Lamberto Visconti divenne anche “Judike de fattu”, cioè reggente del Giudicato di Callari, essendo il figliastro Ubaldo ancora minorenne.
Alla morte di Lamberto Visconti (1224) salì sul trono di Gallura suo figlio Ubaldo, che si ingerì “nelle questioni degli altri regni giudicali, per via degli stretti legami di parentela coi sovrani sardi”. Egli, avendo sposato nel 1219 Adelasia di Torres, nel “1235 divenne anche Giudice Di Torres a causa dell’uccisione del giovane cognato Barisone III; ma non per molto, perché morì due anni dopo per malattia.”.
Ubaldo Visconti, per testamento, “indicò come suo possibile erede… il cugino Giovanni Visconti…, che venne incoronato re di Gallura nel 1238.”. Il medesimo, “nato e cresciuto in Toscana, era stato allevato in un ambiente familiare interessato a tutte le questioni politiche sarde. Quindi visse fra la nascente Terranova (Olbia) - ultima capitale del Regno povero e marginale ma strategicamente importante - e l’opulenta Pisa, che alla metà del Duecento era in forte espansione economica, sullo sfondo dell’eterna lotta tra Guelfi e Ghibellini, fra il Papato e l’Impero (Federico II Hohenstaufen di Svevia).”.
Giovanni Visconti, con “la formidabile coalizione filo-pisana degli Stati di Torres, Arborea e Gallura” partecipò, vittorioso, alla guerra contro il Giudicato filo ligure di Callari e “divenne Signore della terza parte orientale del Calaritano.”.

Torre Pisana di epoca Giudicale - Orosei

Alla morte di Giovanni Visconti il Giudicato di Gallura passò al figlio Nino nel 1275, ma nel 1284 “i Pisani vennero duramente sconfitti dai Bolognesi nella battaglia navale della Meloria, dando inizio all’inarrestabile declino della Repubblica” di Pisa. Tra gli anni 1284 e 1288 nella Repubblica di Pisa avvennero cambiamenti importanti (lotta fra i Gherardesca e i Visconti), che portarono i Visconti a rovina.
“Il Regno di Gallura, col terzo orientale del Calaritano, fu subito invaso dalle truppe comunali: e lo Stato finì di fatto.”

Testo a cura di Giuseppe Mocci - Tutti i diritti riservati

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