mercoledì 3 agosto 2011

STORIA MEDIOEVALE DELLA SARDEGNA (sintesi - 12ª parte)

IL GIUDICATO DI CAGLIARI/CALARI/PLUMINI 
a cura di Giuseppe Mocci

stemma del Giudicato di Cagliari (incerto)

Il Giudicato di Cagliari o Calari, sorse dove una volta c’era il castrum militare della scomparsa Caralis o Carales (Rione Marina, Santa Eulalia).
Non si conoscono i nomi dei Giudici che seguirono a quelli di nomina bizantina. Pare che il primo Re-Giudice sia stato Gialeto (711 ?), con residenza a Caralis. Alla sua morte, o di qualche suo figlio o parente, si sarebbe insediato nel Giudicato Teoto (740 ?) [Angius] oppure Torchitoro [Carta Raspi] o Mariano-Salusio I (900 ?) [F.C. Casula].
La città romana fu occupata e distrutta dagli arabi intorno al 934 [Ibin Al Athir, storico musulmano]; la città, o quello che rimaneva, fu abbandonata e i superstiti si sarebbero rifugiati nei pressi dello stagno di Santa Gilla, dove avrebbero costruito la città di Igìa.
A Mariano/Salusio I sarebbe succeduto Costantino/Salusio II (934 ?), forse il primo Giudice di Igìa.
Da questo momento il Giudicato assunse il nome di Plumini. “Non si conosce il suo stemma araldico” (lo stemma con il cavallo è incerto).

Castello di S. Michele Cagliari - aveva funzione difensiva di S. Igia, capitale del Giudicato

Come gli altri tre regni giudicali, era anch'esso uno Stato sovrano e perfetto.
Il suo territorio era per metà montuoso, con parte del massiccio del Gennargentu, le alture del Sulcis-Iglesiente e del Sarrabus, e per metà pianeggiante, con il Campidano e la valle del Cixerri nel meridione dell'Isola.  Era limitrofo in massima parte col Regno d'Arborea, ma toccava anche il Regno di Torres, a sud di Orgosolo, ed il Regno di Gallura, all'altezza della grotta del Bue Marino presso Dorgali.
Si calcola che vi abitassero quasi centomila persone, di cui un terzo liberi; i restanti due terzi, o poco più, erano costituiti da servi e da schiavi esotici. 
Il Regno, con tradizioni bizantine, durò circa 358 anni, dal 900 al 1258, ed ebbe almeno dieci generazioni di sovrani noti appartenenti a sei casate: Lacon-Gunale; Lacon-Gunale di Torres; Lacon-Massa; Massa
“Questi casati si trovavano anche negli altri giudicati ed erano, naturalmente, parenti. Parentela che spesso, anche per ragioni di successione, li metteva in conflitto, con odiose guerre fratricide, che contribuirono non poco alla fine degli stessi Giudicati.  Famosa, al riguardo, la guerra mossa dai Giudici di Plumini (Salusio IV) e Comita di Torres contro i Giudici in condòmino Pietro I e Ugone I d'Arborea.
Il Giudice Salusio IV e il Giudice Comita erano parenti di Barisone I de Lacon Serra Giudice di Arborea. Alla morte di Barisone I (1174), sul Giudicato di Arborea si contesero il trono Pietro I de Lacon Serra, suo figlio, e Ugone I, suo nipote; il primo sostenuto dai pisani, il secondo sostenuto dai Genovesi e dal re d’Aragona. Seguì un periodo confuso e, nel 1192, i due contendenti si accordarono per governare in condomino il Giudicato.
Rivendicarono, però, il loro diritto di successione al Giudicato anche i Giudici di Calari e di Torres. Questi si allearono e nel 1195 occuparono Oristano, che fu messa a ferro e fuoco; fu fatto prigioniero Pietro I, mentre Ugone I si salvò con la fuga insieme al vescovo Giusto; fu distrutta anche la sua cattedrale, una bella chiesa romanica-pisana.

Castello di Las Plassas, delimitava il confine tra il Giudicato di Cagliari e il Giudicato di Arborea

Nel 1204, alla morte di Pietro I, Salusio IV di Calari si accordò con Comita e salì al trono del Giudicato di Arborea in condomino con Ugone I; trovandosi così sul trono di due Giudicati.
Nel 1206, avendo Ugone sposato la figlia di Salusio, Preziosa, si accordò col terribile suocero, al quale cedette metà della Marmilla, e rimase unico Giudice di Arborea, ridimensionato nel suo territorio.
Non si sa cosa ottenne il Giudice Comita di Torres, oltre l’indebolimento del Giudicato di Arborea.
Il Giudicato era diviso in sedici Curatorie; ecclesiasticamente aveva un’Archidiocesi (Santa Igia) e tre Diocesi (Sulcis, Dolia e Suelli).
Quasi tutti i primi Giudici di Plumini, che da ora chiameremo di Cagliari o Calari, usarono il nome dinastico in alternanza con Salusio; esempio Torchitorio/Salusio, Guglielmo/Salusio, ecc.
A Costantino/Salusio II sarebbero succeduti: Mariano II; Torchitorio II; Costantino II-Salusio III; Pietro-Torchitorio III; Guglielmo I-Salusio IV; Barisone-Torchitorio IV; GuglielmoII-Salusio V; Giovanni/Chiano-Torchitorio V; Guglielmo III-Salusio VI.
Durante il Giudicato di Barisone-Torchitorio IV (figlio di Pietro di Arborea e marito di Benedetta, figlia del defunto Giudice Guglielmo-Salusio IV), o di Bendetta degli Obertenghi marchesi di Massa, avvenne la cessione ai Pisani della collina dove sorse il Castel di Castro e poi la città di Cagliari (1215). 
Questa cessione è attestata da un “documento del 1217 scritto dalla regina Benedetta al pontefice Onorio III”. Ella ci fa sapere che:
- il Giudicato era filo genovese e che, per questo motivo, i Pisani con Lamberto Visconti (Pisano) Giudice di Gallura, con gli alleati filo pisani di Arborea e Torres, le fecero guerra;
- sconfitta, ella fu costretta a giurare perpetua fedeltà ai pisani e a cedere loro "un certo colle con le sue pertinenze. Nel quale poi essi edificarono per sé un munitissimo castello in danno ed occupazione non solo dello stesso Regno di Calari ma di tutta la Sardegna.”.
Durante il Giudicato di Guglielmo III-Salusio VI Orbetenghi, soprannominato “Cepola”, occorse lo scontro finale con i Pisani, che con l’aiuto degli altri tre Giudici sardi sconfissero il Cepola, con “memorabile strage e uccisioni. Distrutta e rasa al suolo Igìa nel 1258, ebbe termine per sempre il plurisecolare Regno di Calari.”.

Cagliari (Castel di Castro) - Torre dell'Elefante

I vincitori si spartirono il territorio giudicale e “il Comune di Pisa tenne per sé la città fortificata di Castel di Castro col suo suburbio di Stampace e Villanova, oltre alle ville di Quartu, Selargius, Sestu e Assemini. La abbellì e la sistemò urbanisticamente”. I pisani costruirono tre accessi monumentali (ancora esistenti) sormontati da alte torri; a Sud porta/torre del Leone (detta poi dell’Aquila, oggi non esiste più la torre); a Ovest la porta/torre dell’Elefante; a Nord la porta/torre di San Pancrazio.

Testo a cura di Giuseppe Mocci - Tutti i diritti riservati

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