mercoledì 19 settembre 2012

RICORDI DI VIAGGIO: LA SPAGNA - di Giuseppe Mocci

Nel 1969, in pieno regime dittatoriale del generale Francisco Franco, mi recai in Spagna, per ragioni di lavoro. Allora, infatti, ero Assessore al Turismo della Provincia di Cagliari e come tale fui invitato dal Presidente della Regione Sardegna a partecipare ad un grande Convegno internazionale sul Turismo che si teneva a Barcellona
La Regione, tramite l’Assessorato al Turismo (E.S.I.T.) organizzò, con la Provincia di Cagliari, un nutrito programma, tutto incentrato sulla promozione turistica dell’Isola.
Fu invitata anche l’Università di Cagliari, rappresentata dal noto professore di Storia medievale della Sardegna e primo ricercatore a Barcellona sull’argomento: Alberto Boscolo.
Il primo giorno nella città spagnola ci furono le presentazioni dei vari rappresentanti stranieri alle autorità: il Sindaco di Barcellona, il Presidente della Provincia, l’ambasciatore e il ministro per il Turismo.
La sera ebbi la fortuna di conoscere il responsabile dell’Ufficio Turistico Italiano a Barcellona: il Barone Giulio Apiccella, persona gentilissima e gran conoscitore della società spagnola. Giulio, che da allora divenne mio grande amico (in seguito lo ospitai assieme alla bellissima moglie italiana ad Oristano), mi mise a disposizione un interprete-guida per visitare la città di Barcellona.
Questa guida, laureata in lettere, era veramente molto brava e preparata, tanto che io, dovendo intervenire al Convegno, ne approfittai per chiedergli di aiutarmi nella stesura del mio discorso sotto l’aspetto linguistico spagnolo, perché avevo deciso di parlare quella lingua.
Il mio progetto riuscì a pennello. La sera dedicata alla Sardegna nel predetto convegno, nella bellissima terrazza dell’Hotel che ci ospitava, presi la parola, parlando in spagnolo; non se lo aspettava nessuno, lo sapeva soltanto la guida.

Intevento di G. Mocci al Convegno di Barcellona

Parlai della Sardegna, di Martino il Giovane, Re d’Aragona, morto e seppellito nella cattedrale di Cagliari, di Carlo V, che fece costruire le torri costiere per la difesa dai saraceni; di Cagliari, capitale del Regno Sardo-Catalano-Aragonese, durante la lunga dominazione spagnola dal 1323 al 1710/20. Parlai soprattutto di Alghero, città fondata dai genovesi, i Doria, e occupata dai catalani nel 1353/55, con l’ausilio delle truppe Mariano IV d’Arborea. Al riguardo, ricordai che i catalani cacciarono da Alghero tutti i sardi, la fortificarono e la riempirono di catalani.
Essi vi rimasero fino al 1710/20, come cittadini spagnoli; ora, i discendenti degli stessi sono ancora catalani, parlano il catalano ma sono cittadini italiani. La città di Alghero, dissi in chiusura, è una città bellissima, diventata famosa e visitata da moltissimi turisti italiani, francesi, inglesi e tedeschi. Seguì, infine, un invito a venire in Sardegna: “Venite anche voi ad Alghero!”.
Al termine del mio intervento vi fu un lungo applauso e l’amico Apiccella, all’inizio preoccupatissimo, mi abbracciò commosso. Si avvicinarono poi a me tante persone spagnole, per congratularsi e chiedermi molte altre informazioni storiche; tanti non conoscevano la Storia dei Catalani di Alghero.

Congratulazioni al termine dell'intervento

Il convegno durò alcuni giorni, ed io ebbi la possibilità di visitare la città di Barcellona. Gli amici spagnoli mi portarono a vedere la Cattedrale del XIII secolo, di stile gotico, che si trova nel centro storico, detto “El Barrio Gotico”.
Di questa Cattedrale io ho un ricordo bellissimo: alle ore dodici, alla fine della messa, nella grande piazza antistante (pratza e cresia), si usava ballare la “Sardana”, una danza tipica catalana, forse di origine sarda; infatti, rassomiglia a un ballo sardo, lento. Poi visitai la famosa Sagrada Familia, il TibiDabo, Montjuic, Las Ramblas e le varie opere del famosissimo architetto Antonio Gaudì, catalano, progettista anche della Sagrada Familia, i cui lavori iniziarono, sotto la sua direzione nel 1882 e, ancora oggi, non sono ultimati.
Visitai anche il famosissimo Monastero benedettino di Montserrat, nella cui chiesa è adorata la “Moreneta” (la Vergine Maria), una statua lignea molto antica e abbrunita (moreneta) dal fumo, causato dall’incendio appiccato durante la guerra civile dai comunisti. Questa Vergine viene adorata da tanto tempo anche in Sardegna.
Sono tornato altre volte in Spagna, con mia moglie, nel 1977 e nel 2003. Nel 1977 ho visitato l’Isola di Maiorca, in lungo e in largo e l’ho trovata molto bella.
Nel 2003, invece, ho visitato tutta l’Andalusia, fino a Gibilterra; regione interessantissima e bella. Rispetto alla mia prima visita, nel 2003, ho potuto notare che la Spagna aveva fatto passi da gigante, sotto tutti gli aspetti. Ma di questi progressi parlerò in un prossimo capitolo dedicato a “Gibilterra”.

Testo di Giuseppe Mocci - Tutti i diritti riservati
Editing G.Linzas

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