lunedì 27 febbraio 2012

"CAMPANILISMO" di Giuseppe Mocci

Spesso fra due paesi o città è avvenuta, e avviene ancora oggi, una sorta di guerra per la difesa o l’amore eccessivo, a volte fazioso, per gli usi e tradizioni del proprio paese o della propria città.
Esempio tipico, oggi meno marcato, il campanilismo tra Riola e Baratili, fenomeno questo molto di moda nel secolo scorso.
I due Comuni sono oggi attaccati uno all’altro; cinquant’anni fa distavano centinaia di metri.
Gli abitanti dei due paesi si conoscono bene, molti si uniscono in matrimonio e praticano le stesse attività: agricoltura, un po’ di pesca e di artigianato. 
Il campanilismo, però, stenta a morire e si rivela, ancora oggi, in campo sportivo e nella lavorazione del vino Vernaccia.
Per i Baratilesi la loro squadra di calcio è sempre stata migliore della squadra riolese; come pure la loro Vernaccia è sempre stata la migliore in assoluto.
Essi poi si vantano di aver avuto un Asilo quarant’anni prima di Riola e che un baratilese è stato il Parroco di Riola per oltre trent’anni (Don Antonio Murtas).

Chiesa di Baratili S. Pietro

I riolesi si difendono con altri ragionamenti. Essi dicono che Baratili è stata frazione di Riola; buona parte dell’abitato e la Chiesa sono sorte su territorio donato da Riola; l’uva Vernaccia è prodotta, in maggior parte, in territorio di Riola; per decenni i ragazzi baratilesi, in età scolare, hanno frequentato la IV e V elementare a Riola; la Scuola media ha sede a Riola, mentre a Baratili c’è una sede staccata; a Riola c’è la caserma dei Carabinieri; per tanti anni Baratili ha utilizzato l’Ufficio postale e la Banca, di cui erano privi; per secoli Baratili è stata isolata per mancanza di strade e di mezzi di comunicazione (il telegrafo); a Baratili non c’è stato mai un cinema; i baratilesi non hanno mai festeggiato il loro Santo Patrono con grande entusiasmo, scarsi festeggiamenti e mai con fuochi d’artificio (s’arroda).

Atti di Campanilismo del passato:

A Baratili il campanilismo spesso assumeva animosità, soprattutto fra i ragazzi in età scolare. I ragazzini riolesi (pochi), che frequentavano l’Asilo a Baratili, venivano aggrediti dai coetanei baratilesi, con lanci di pietre, lungo la strada di ritorno a casa. 
I Baratilesi non hanno mai frequentato il cinema di Riola. 
Esempi di Campanilismo clamoroso da parte della collettività baratilese si verificarono almeno in due occasioni. 
Nel 1945, quando per una calamità naturale (l’invasione delle cavallette) venne portata in giro per il Campidano di Oristano la statua della Vergine del Rimedio, con la speranza di un miracolo, per la fine della calamità.
Avvenne che la predetta statua arrivò a Riola, direttamente dal Rimedio. Il giorno dopo, la medesima venne portata a Narbolia, a Milis, a San Vero, a Zeddiani e a Baratili.
Da questo Comune la statua doveva rientrare al Rimedio, passando per Riola, e fermarsi a Nurachi.
Ebbene, i baratilesi per non far passare la statua due volte a Riola, fecero passare i fedeli in un dissestato sentiero di campagna, che conduceva direttamente a Nurachi.
Negli anni sessanta del secolo scorso, quando il Comune di Riola invitò quelli di Baratili e Nurachi alla formazione di un Consorzio Intercomunale, obbligatorio per i Comuni con meno di tremila abitanti, per l’istituzione della Scuola Media, il Comune di Baratili non vi aderì.
Comunque il Consorzio venne formato tra i comuni di Riola e Nurachi, avendo superato da soli il numero di abitanti stabilito per legge. Fu subito istituita la Scuola Media, con sede a Riola e due sezioni staccate a Nurachi e a Baratili. 
Non ostante tutto, i riolesi sono stati sempre generosi con gli amici baratilesi.
Negli anni venti del secolo scorso, durante l’era fascista, Riola cedette a Baratili una parte del suo territorio, dalla chiesa parrocchiale, compresa, fino all’abbeveratoio in via Roma, distante almeno trecento metri.
La stessa cosa avvenne negli anni settanta del secolo scorso, anche perché alcuni riolesi, proprietari dei terreni confinanti con Baratili, avevano fabbricato lì la loro casa d’abitazione e avrebbero potuto utilizzare i servizi elettrici e idraulici del Comune di Baratili, che invece li negò, per mancanza di giurisdizione.
Riola, allora, distava da Baratili circa ottocento metri e la spesa da affrontare da parte dei predetti riolesi, per ottenere quei servizi, sarebbe stata enorme; quindi impossibile per gli stessi interessati e per le povere casse comunali di Riola.
Così, con l'ultima cessione, oggi, i due Comuni risultano uniti...
Viva l’Italia! 

Testo a cura di Giuseppe Mocci 

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