giovedì 23 agosto 2012

“IL CACCIA FRANCESE E IL CAMPO DI AVIAZIONE DI MILIS” di Giuseppe Mocci

Nel 1935 la Società delle Nazioni (oggi ONU), influenzata dalla Gran Bretagna e dalla Francia, deliberò (con il voto favorevole di cinquantuno nazioni su cinquantaquattro) severissime sanzioni contro l’Italia, perché aveva occupato l’Etiopia. 
L’Italia fascista rimase isolata per un paio d’anni, contrastata soprattutto dalla Francia e dalla Gran Bretagna. Il Re d’Italia, Vittorio Emanuele III, divenne prima Imperatore d’Etiopia e, nel 1939, dopo l’annessione dell’Albania, Re d’Italia e d’Albania.
Benito Mussolini, Presidente del Consiglio dei Ministri, era, allora, al massimo del suo successo e noi italiani eravamo diventati quasi tutti fascisti. 
Io, allora, ero un balilla e ricordo che vestivo la divisa, quando in paese il Pnf (Partito Nazionale Fascista) organizzava sfilate e adunate. A scuola ci insegnavano l’Etica Fascista, ma noi alunni non capivamo niente di questa materia. Ci piaceva, però, partecipare alle sfilate. 

Caccia Francese della seconda guerra mondiale

Nel 1938, anno XVIII dell’era Fascista, a Riola accadde un fatto strano e, per noi ragazzi, meraviglioso. Un piccolo aereo militare francese, lungo otto-dieci metri, fece un atterraggio di fortuna nelle campagne, vicino al paese; lungo la strada provinciale Riola-Cuglieri, dopo la discesa di Tradori, secondo i bene informati. 
L’aeroplano (un caccia, monoposto, armato di mitragliatrice) e il pilota furono presi in consegna dai carabinieri della Stazione di Riola. Il giorno dopo arrivarono tanti militi (la polizia fascista) e militari dell’Aeronautica. 
Il velivolo, che si trovava parcheggiato su una piazzuola della strada provinciale, fu disarmato e privato delle ali; un autocarro dell’aeronautica lo rimorchiò fino a Riola, dove fu sistemato nella piazzetta attigua alla chiesa.
Rimase in paese un paio di giorni, e l’avvenimento interessò le autorità che pensarono ad un aereo-spia, perché allora erano iniziati i lavori per la costruzione del Campo di Aviazione di Milis.
L’aereo, poi, fu trasportato a Cagliari e il pilota venne sottoposto a lunghi interrogatori da parte della Milizia. Non si seppe mai se fu incarcerato o rimesso in libertà. 
Nel 1939 l’Italia fascista si preparava a far la guerra alla Francia e alla Gran Bretagna. A Milis, i lavori per la costruzione del Campo d’aviazione furono accelerati. 
Ricordo che il Podestà e il segretario del Partito, in paese, si adoperarono al massimo per convincere gli agricoltori a fornire gramigna (su trèmini) all’impresa che stava costruendo il Campo.
Quest’erba infestante cresceva molto rigogliosa nelle nostre campagne e poi era pagata bene. In quell’anno, tanti riolesi hanno lavorato per la fornitura della gramigna, che veniva messa a dimora sul predetto Campo di volo. 

Attacco del campo di Milis da parte degli americani (Luglio '43)

Nel 1940, prima dello scoppio della guerra, il Partito Fascista organizzò una gita al Campo di Milis; ci andai anch’io, balilla. Ricordo che ci accompagnò, con diverse carrette, l’ufficiale della Milizia, l’insegnate Virgilio Brau, in grande uniforme. 
Al Campo di Milis vedemmo i nostri aerei, che ci parvero migliori e più grandi del caccia francese atterrato l’anno prima a Riola.
Poveri noi! Perdemmo la guerra. 
Io, che vidi nascere il Campo di Milis, ebbi anche l’occasione di vedere, nel 1943, la sua distruzione da parte dell’aviazione americana.

Testo di Giuseppe Mocci - Tutti i diritti riservati

Editing G.Linzas

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