venerdì 17 agosto 2012

"LA VILLA LORIGA" di Giuseppe Mocci

Nell’estate del 1944 mi trovavo a S’Archittu, con la mia famiglia, per la villeggiatura estiva, accampato lungo la bella spiaggia.
Con un amico e coetaneo, Efisio Enna, anche lui villeggiante a S’Archittu, eravamo sempre in giro in cerca di avventura, dediti all'esplorazione delle zone circostanti e delle altre spiagge di Torre del Pozzo e di Is Arenas.
Molte volte siamo saliti sulla vecchia e cadente Torre, nella quale era facile salire, ma difficilissimo scendere. Insieme scoprimmo la vecchia strada romana Cornus-Tharros, fatta di lastre di arenaria e basalto, che terminava giù, a sinistra della strada provinciale Riola-Cuglieri, a una distanza di circa centocinquanta metri.
Ciò che rimane dell’antica strada, che attraversava tutta la zona di Is Arenas fino ad arrivare a Tharros, si può vedere ancora oggi.

Foto d'epoca: spiaggia di S'Archittu, anni '40 (*)

Ricordo che, un giorno, al rientro nel nostro accampamento a S’Archittu, prendemmo una stradina di campagna (sulla destra della strada provinciale), che, salendo, conduceva a una villa costruita su un promontorio. Era l’unica costruzione esistente in quella zona deserta e costituiva un belvedere.
La nostra curiosità ci portò a scavalcare il basso muro di cinta; la casa, però, era chiusa e potemmo vedere solo il cortile. Si chiamava Villa Lorigaed era di proprietà di un notaio (il cui cognome era, per l’appunto, Loriga).
Allora ci era sembrata abbandonata; scoprimmo invece che la casa era stata occupata abusivamente subito dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 da marinai sbandati. Erano in prevalenza sottufficiali provenienti dalla penisola (occupata dai Tedeschi al centro-nord e dagli Anglo-americani al centro-sud)
Con l’anarchia di quei due anni, questi marinai - quattro o cinque unità - si erano stabiliti nella Villa Loriga, dove tornavano la sera per dormire e smontare le mine che recuperavano in  giornata, nel Sinis o lungo la costa.
Essi smontavano le mine per ricavarne il potente esplosivo che vendevano ai numerosi pescatori bombaroli. Erano parecchi, allora, i pescatori che utilizzavano questo sistema di pesca; quasi tutti militari appena congedati.
Ricordo che spesso, quando noi ragazzi facevamo il bagno sotto l’Arco, questi pescatori improvvisati ci mandavano via per lanciare le bombe nell’acqua, dov’era presente una gran quantità di pesci.
Le bombe, generalmente, erano dei barattoli di latta ripieni di dinamite, che i pescatori chiamavano bòttusu.
 Ricordo anche che una volta, un riolese (anch'egli appena congedato) lanciò sotto il medesimo Arco una bomba a mano che fece una gran strage di pesci; poi, invitò tutti i bagnanti a raccoglierli. Io riuscii a raccoglierne una dozzina.

 arco di S'Archittu

L'episodio più importante, che ancora oggi ricordo come fosse ieri,  capitò alla fine di settembre del 1944.
Un giorno, intorno alle dieci di mattina, con l’amico Efisio eravamo intenti a raccogliere bocconi (murici) e patelle sulla spiaggia sottostante la Villa Loriga, all’altezza della grotta dei piccioni, quando, improvvisamente, sentimmo una grande deflagrazione.
Sollevati gli occhi al cielo, vedemmo un’enorme nube di polvere mista a fumo, con tante pietre che cadevano dall'alto a pochi metri da noi.
Era successo che i marinai smontando una grossa mina, involontariamente, l’avevano fatta esplodere. Morirono tutti i marinai e, pare, anche numerosi clienti. 
La villa fu rasa al suolo dall’esplosione; non si trovo più nulla, rimase soltanto un piazzale pulito con un grosso cratere al centro. Efisio ed io siamo stati forse gli unici ad aver visto tanto scempio.
Scomparve in questo modo la famosa “Villa Loriga”, costruita all’inizio del secolo scorso (la prima in quella zona) subito dopo la realizzazione della strada provinciale Riola-Cuglieri.

Spiaggia di Is Arenas

Con la costruzione di questa nuova strada vi fu un cambiamento nelle abitudini di buona parte dei riolesi, i quali scelsero una nuova spiaggia per la villeggiatura estiva.
Essi, infatti, iniziarono a frequentare la spiaggia di Is Arenas, lato Torre del Pozzo, perché percorribile con un’oretta di carretta, contro le tre ore necessarie per arrivare a Su Pallosu, raggiungibile attraverso piste incerte e dissestate.
Ricordo che nel 1939-40 la spiaggia di Is Arenas-Torre del Pozzo era spesso frequentata da un gruppo di giovanotti, in bicicletta. Di questi, ricordo Ottavio Sanna, che, con i suoi coetanei, faceva una gara di velocità per rientrare in paese; egli arrivava a Riola sempre primo.
La spiaggia di Is Arenas, però, era pericolosa per il falso fondale e le improvvise onde anomale. Per questo motivo, ogni anno, morivano annegati due o tre bagnanti.
Nel corso degli anni, piano piano, i riolesi abbandonarono questa spiaggia e, alcuni, tornarono a Su Pallosu, altri, invece, scoprirono la spiaggia di S’Archittu.
Con la costruzione della nuova strada fu costruito anche un nuovo ponte su Mar'e Foghe e abbattuto il vecchio ponte romano, fino ad allora aperto al traffico.

(*) Foto d'epoca di S'Archittu tratta dalla pagina facebook "Come eravamo" - foto V.Cubeddu 

Testo di Giuseppe Mocci - Tutti i diritti riservati

Editing G.Linzas

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