martedì 2 maggio 2023

Riola: Cartografia dell’ ‘800 - le vie storiche e Santa Corona (1ª parte)

L’Archivio di Stato di Oristano, nell’ambito dei  programmi  per la valorizzazione della documentazione conservata nei propri archivi, da qualche tempo ha avviato il progetto “Cartografia storica” il cui obiettivo è quello di pubblicare, in formato digitale, l’intero patrimonio cartografico posseduto, costituito da migliaia di mappe che coprono un arco di tempo che va dalla prima metà dell’ottocento alla seconda metà del novecento.

Tra i documenti già digitalizzati, consultabili on-line, troviamo le mappe del Catasto provvisorio (cc. – ex U.T.E.), compilato a partire dalla seconda metà dell’ottocento, disponibili per quasi tutti i paesi della provincia di Oristano, comprese quindi le mappe del Comune di Riola che qui interessano.

Si tratta di mappe accurate e straordinarie che ci riportano indietro nel tempo di quasi centocinquanta anni, restituendoci la raffigurazione del paese e del suo territorio così come era all’epoca (le mappe sono del 1883-1884), fornendo numerose informazioni  “storiche” sul tessuto urbano, sulla toponomastica, sulle caratteristiche del “salto” comunale, sulla viabilità rurale esistente, sui  nomi delle varie località, ecc.


 Mappa dell'abitato di Riola

La Mappa del paese

Nella carta distinta come “Frazione A” viene ricompreso l’intero abitato che si estendeva su una superficie complessiva di circa 20 ettari.

Si deve immaginare che il paese di Riola, come tutti i paesi del Campidano nella seconda metà del milleottocento (e ancora fin quasi alla metà del ‘900) - fatte salve le poche abitazioni di notabili o persone benestanti - era costituito da case modeste, costruite in mattoni di terra cruda (làdrini), prive di  servizi. Le vie del paese erano degli sterrati spesso fangosi nel periodo invernale e polverosi d’estate;  non vi erano fognature né illuminazione pubblica.

Guardando la mappa ci si rende conto che l’abitato era pressoché identico al centro storico odierno,  perciò non si hanno difficoltà ad individuare vie e piazze riportate sulla carta.

Le prime case a nord dell’agglomerato urbano, provenendo da Cuglieri, erano situate poco prima dell’attuale Casa Comunale, sul lato sinistro (fronte Officina Sechi).

E’ interessante notare che, ancora fino a qualche decina di anni fa,  sul muro laterale di un’abitazione in “làdrini” situata proprio nello stesso punto, ora ristrutturata, appartenuta alla famiglia Demontis, era presente una grande lastra segnaletica molto rovinata (apposta quasi certamente nella prima metà del secolo scorso) che indicava l’inizio del paese  con il nome  di “Riola Sardo”. 

Le abitazioni che costituivano il confine sud del paese,  in direzione  Oristano,  erano invece quelle  ubicate all’intersezione dell’attuale via  Umberto I con l’attuale via D’annunzio,  all’altezza della storica casa Zoncu, oggi  in rovina, di cui rimangono soltanto  parte delle mura in via di disfacimento puntellate con assi di legno. Anche sul muro laterale di  questa abitazione, peraltro, fino ad una decina di anni fa si poteva osservare la grande lastra lapidea che indicava l’inizio del paese per chi giungeva da Oristano.

Il confine est dell’abitato, in direzione Baratili, era posto nell’attuale via Roma, poco prima dell’edificio delle scuole elementari costruito circa cinquant’anni dopo durante il periodo fascista.


Le vie storiche del paese (1)

Piazza di Chiesa, Piazza della Fiera e vie circostanti

Piazza di Chiesa:  comprendeva non solo il sagrato di pertinenza della chiesa ma l’intera piazzetta di fronte all’attuale Bar Corda. Piazza che,  storicamente, è sempre stata il punto nodale dei festeggiamenti in occasione delle ricorrenze religiose e civili (Festa di Sant’Anna, ecc).

Piazza della Fiera:  si tratta dello slargo della via principale a lato della chiesa (fronte attuale macelleria Murru, Bar Ivana, ecc.). La denominazione ci fa comprendere come questo spazio fosse importante per le attività economiche, commerciali e di scambio del paese;  quasi una naturale estensione della Piazza di Chiesa, utilizzata  come area  riservata al  mercato all’aperto, per manifestazioni,  piccole fiere, ecc.

Via del Ponte:  tratto della via principale, da Piazza di Chiesa fino al ponte sul Rio Mar’e Foghe (attualmente via Umberto I).

Via Oristano: tratto di via principale che da Piazza della Fiera si estendeva in direzione sud, verso Oristano (attualmente via Umberto I).

Piazza dei Balli:  piazza situata nella parte iniziale dell’attuale via Regina Elena (fronte ex negozio alimentari di Attilio e Beniamino Sanna). E’ interessante notare come la piazzetta, già nella sua denominazione indicasse la sua destinazione agli intrattenimenti musicali e ai balli  (immaginiamo balli sardi accompagnati dalla fisarmonica e/o dalle launeddas). Oggigiorno questo spazio viene raramente utilizzato per serate musicali e di ballo,  che trovano collocazione preferibilmente nell’attuale piazza La Marmora o in altre sedi.


Vico S.Anna oggi  (tratto iniziale via Regina Elena)

Vico Sant’Anna: viottolo che da Piazza della Fiera conduceva a Piazza dei Balli (parte iniziale dell’attuale via Regina Elena dove era presente fino a qualche decennio fa la  cantina e il panificio dei F.lli Zoncu).

Via Pal’e Coni e Is Argiolas:  via che da Piazza dei Balli proseguiva in direzione sud-est (attuale estensione della Via Regina Elena, ancora oggi conosciuta come s’arruga de Paagõi). La denominazione indica che percorrendo questa strada si poteva raggiunge non solo  la palude di Paul’e Coni ma anche l’area dov’erano situate is arzòasa, ossia le aie, dove si effettuavano i lavori di  trebbiatura del grano (area oggi inglobata nel tessuto urbano, situata approssimativamente tra la via Armando Corda e  via Sacerdote Caria).

Vico Parrocchia e Via San Martino:  tratto viario che da Piazza della Fiera portava alla chiesa di Santa Corona (in pratica l’attuale via Sant’Anna). E’ utile ricordare che la chiesa di Santa Corona nel periodo in cui è stata parrocchiale di Riola (fino ai primi anni del milleottocento) era intitolata a San Martino, così come anche la nuova chiesa parrocchiale. La Via San Martino, partendo  da Piazza della Fiera, si estendeva anche in direzione sud-ovest (oggi sempre via S.Anna) assumendo poi il nome di Via Paul’e Fenu .

Vico San Martino: tratto dell’attuale via Garibaldi dove è  presente l’ex Mulino Mocci, ora adibito a ristorante.

Via Baratili:  attuale via Roma.

Via Monte Granatico:  attuale via De Pretis. Il nome ottocentesco di questa via era indicativo della presenza dell’edificio del Monte Granatico, costruito alla fine del diciottesimo secolo, ancora oggi esistente seppure ridotto purtroppo ad un rudere.

Via Santa Corona e vie circostanti

Via Santa Corona:  l’attuale via Trieste nel tratto storico. Osserviamo che oggi non esiste più una sola via intitolata a Santa Corona.

Vico Scuole: attuale via Regina Giovanna. La denominazione ci indica che in questa via aveva sede la scuola (all’epoca erano obbligatorie sole le prime classi della scuola elementare; queste, fino alla costruzione dell’edificio scolastico degli anni 30 del secolo scorso, erano ospitate in piccole stanze di modeste costruzioni).

Via Santa Barbara: attuale via Fratelli Cairoli. (2)

Vico Santa Barbara:  viottolo che da Via del Monte Granatico conduceva a Via Figu Pizzia  (tratto dell’attuale della via Garibaldi,  dall’intersezione con via De Pretis fino allo slargo di  via Garibadi).

Vico Su Zurpu:   attuale via Principe Amedeo.  Curiosa la denominazione;  quasi certamente all’epoca era presente in quel viottolo un cieco.

Via Figu Pizzia:  attuale slargo di Via Garibaldi dove è presente la statua di padre Pio, nota anche come “s’arruga manna”.


Parte centro-orientale dell'abitato

Via Sant’Antonio:  attuale via Vittorio Emanuele II.

Vico Zanzare: tratto finale dell’attuale  via Generale La Marmora. La denominazione non lascia dubbi sulla presenza infestante delle zanzare nelle vie che erano più prossime al fiume e alle paludi a nord del paese.

Via Olmi: attuale via Mariano IV.

Vico Sarto Sulas: attuale via Cavour, allora identificata per la presenza de su maist’e pànnusu” Sulas;

Via La Croce:  attuale via Regina Magherita  (via che tuttora, nella settimana santa, fa parte del percorso rituale dove avviene la commemorazione della via crucis).

Vico Casa Poddighe:  attuale tratto della via Petrarca, nella quale era presente la casa della famiglia Poddighe che evidentemente all'epoca aveva una certa rilevanza.

Via Is Pastoris:  tratto viario dall’intersezione con  via La Croce all’intersezione con  Via Is Argiolas beccias (tratto dell’attuale via Marconi). La denominazione e significativa della presenza in questa via di più famiglie dedite all’attività della pastorizia.

Via Is Argiolas beccias: attuale via Vittorio Emanuele III.  Il nome della via indica chiaramente la presenza, in passato, delle aree agricole dove veniva effettuata la trebbiatura del grano.

Cammino Sa Corti:  attuale tratto iniziale della via Garibaldi che prosegue poi nella via Carlo Felice fino all’intersezione con via Trieste.  Ancora oggi quel rione è conosciuto col nome di “Sa cotighedda”(*).

(*) Si veda il post dedicato al toponimo a cura di B. Sulas pubblicato in questo blog; apri link: Toponimi di Riola e dintorni - Sa cotighedda 

Cammino Zirinzosu:  attuale via Montessori. 

Cammino Sant’Antonio:  attuale via Sant’Antonio.


La chiesa di Santa Corona


Chiesa di Santa Corona
 

L’area della chiesa di Santa Corona è riportata nella mappa distinta come foglio “Frazione N,O”  che comprende le località adiacenti al paese situate tra Riola e Baratili (Santa Barbara e Paul’e Coni).

Le parcelle riguardanti l’antica chiesa medioevale (identificate con la lettera a) sono riportate più in dettaglio  a margine del foglio.

L’edificio religioso viene  raffigurato con una piccola croce sopra, mentre ai suoi lati sono disegnate tante croci che indicano la presenza del cimitero nell’area di pertinenza.  

Dall’osservazione della mappa nasce anche un piccolo mistero. Si nota infatti la presenza di un altro edificio nella particella adiacente a quella della chiesa, della cui esistenza non si hanno notizie  (edificio situato, tra l’altro, quasi nella stessa posizione in cui oggi insiste l’ex scuola materna costruita negli anni ’60 del secolo scorso).  

Sorgono spontanee pertanto alcune domande:  Si tratta di un fabbricato che apparteneva anch’esso alla Curia o era un edificio di proprietà privata?  A quando risale la sua costruzione e quale era la destinazione o funzione? Quando è stato demolito?


post a cura di Gilberto Linzas


Note:

(1)  Nel libro dedicato a Riola, dal titolo “Riola Sardo Villa Giudicale” di Giuseppe Pau e Raimondo Zucca, è riportato un documento storico dell’Archivio del Comune: una deliberazione della Giunta Municipale adottata in data 16 Ottobre 1871 (Giunta presieduta dal Sindaco Daniele Orrù, alla presenza degli  Assessori signori Domenico Sias e Salvatore Poddighe ) con la quale venivano assegnate le denominazioni alle vie del paese, indicando per ciascuna di queste  i proprietari della prima e dell’ultima casa. Quasi tutte le  denominazioni elencate nella delibera le ritroviamo nella mappa storica pubblicata dall’Archivio di Stato, oggetto di questo post, predisposta circa dodici anni dopo (1883-1884). Le vie elencate nel documento sono le seguenti:

  1. Via Dritta: dalla casa di Bell’Anna Sardu a quella di Antioco Zoncu;
  2. Via Baratili: da Angelo Zichi a Pietro Zoncu;
  3. Via Sa Figupiccia: da Lorenzo Daga a Raimondo Coa;
  4. Via Santa Barbara: da Giuseppa Luigia Zichi a Maddalena Zichi;
  5. Via Santa Corona: da Salvatore Corda a Michele Bellu;
  6. Via Su Zurpu: da Salvatore Bellu a Francesco Corda liveddu;
  7. Via San Martino: da Giuseppe Antonio Zichi a Daniele Sechi;
  8. Via Cimitero: dal Monte granatico a Giovanni Paolo Sulas;
  9. Via Pauligoni: da Giovanni Orrù Billoi a Giacinto Orrù Lutzu;
  10. Via Carpentieri: da Salvatore Trogu a Francesco Carta;
  11. Via Sant’Antonio: da Giuseppe Antonio Mocci a Francesco Casula;
  12. Via Argiolas Beccias: da Domenico Bellu a Giovanni Ari;
  13. Via Sant’Anna: da Giuseppe Caddeo a Salvatore Bentu;
  14. Via La Croce: da Giovanni Caria a Giuseppe Lochi fu Antonio;
  15. Via Pastoris: da Antonio Efisio Manca a Domenico Sulas su Rei;
  16. Vico Santa Corona: da Bartolomeo Demontis a Salvatore Enna;
  17. Vico Su Monti: dal Magazzino Monutuario ad Antonio Serra;
  18. Vico Olmi: da Raimondo Zoncu a Giovanni Obinu;
  19. Vico Sulas: da Domenico Manis a Giovanni Murru;
  20. Vico Oristano: da Giovanni Pipia a Antioco Zoncu;
  21. Vico Zanzare: da Salvatre Bellu Babalotti a Sebastiano Rosas.

A commento della ventunesima via gli autori, Pau e Zucca, scrivevano simpaticamente: “La ventunesima via di Riola non è troppo invitante per il forestiero: Vico Zanzare. E questo vico Zanzare è compreso tra la casa di Salvatore Bellu Babalotti e quella di Sebastiano Rosas.  Era ancora una famiglia, Riola, e della vita umile e modesta dell’epoca torna a noi un ricordo venato di sorriso. La via dedicata alle zanzare aveva inizio con la casa di Babalotti, che significa «insetto dei muri». Non era certo invitante il soggiorno tra la musica delle zanzare e il ceffo grottesco del Signor Babalotti”.


(2)  La via Santa Barbara viene ricordata nel libro “Zenti Arrioresa” di Claudio A. Zoncu (pubblicato nel 2001) in quanto nel 1876  fu teatro di un grave delitto che coinvolse il bandito  Buzzarrone, originario di Santulussurgiu, e che ebbe come vittima il capitano dei barracelli di Riola. 

L’episodio  è raccontato e documentato nel libro di Nello Zoncu con tanto di atti giudiziari.  In particolare, nell’ordinanza del Tribunale di Oristano con la quale viene disposta la trasmissione degli atti alla Procura Generale del Re in Cagliari, per l’ulteriore corso di giustizia, si ha il resoconto di quanto accaduto e delle accuse formulate contro “Daga Francesco, di Domenico Antonio e Margherita Lochi, d’anni, 28, contadino di Riola, e Barracu Buzzarrone Antonio, di Sebastiano e Giovanna Botta, d’anni 38, contadino di Santu Lussurgiu ambi colpiti da mandato di cattura e latitanti”. I due furono  “imputati di omicidio volontario con sparo d’arma da fuoco e colpi contundenti nella persona di Giuseppe Orrù di Riola, commesso in quel villaggio la notte dal 2 al 3 aprile 1876”. Nell’ordinanza si legge anche che: “Intorno all’inspecie, si hanno in processo sufficienti indizi per ritenere li predetti Francesco Daga ed Antonio Barracu Buzzarrone i veri autori di questo misfatto. Difatti consta dell’intima relazione fra loro; essi erano indispettiti fortemente contro il Giuseppe Orrù, a motivo che, essendosi vari mesi prima, rubato un cavallo a danno dell’Orrù, questi ne sospettava autori il Daga ed il Barraccu Buzzarrone, e perciò risentito minacciava che il suo cavallo «verrebbe pagato». Avvenne dopo ciò che il Francesco Daga fu ammonito come persona diffamata in materia di furti ed associato a malviventi, e suppose che ciò gli si fosse fatto per opera dell’Orrù. Su questi fatti versa la causa del misfatto.  Risulta inoltre, che la notte del reato essi Daga e Barracu Buzzarrone trovavansi uniti entro il popolato di Riola, e come l’Orrù ad ora assai tarda transitava nella contrada appellata Santa Barbara, essi Daga e Barracu intercettavano loro il passo, si avventarono a loro, vennero alle mani, il Daga sparò una pistola all’Orrù, questi cade ed indi fu finito a colpi di bastone dal Barracu Buzzarrone ch’era armato di quell’arnese. Indi mal soffrendo che il nipote dell’Orrù per nome Efisio Lochi, si fosse fuggito, entrambi andarono a raggiungerlo in casa sua facendo di tutto per entrarvi onde ucciderlo, e così assicurare la loro impunità.” La latitanza dei due accusati dell’omicidio terminò il 3 marzo 1877 quando, a seguito di un conflitto a fuoco con i Carabinieri, il Buzzarrone fu colpito a morte mentre Francesco Daga si arrese e fu catturato.

 

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Post collegati (per visualizzare cliccla sui link):

Riola: Cartografia dell' '800 - i confini territoriali, le paludi (2ª parte)

Riola nell’ ‘800 – Dizionario Angius Casalis


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