Il territorio di Riola
Il territorio del comune di Riola è rappresentato nella sua totalità nel Foglio di Unione in scala 1:25.000; Foglio che unisce le frazioni identificate con le 24 lettere dell’alfabeto, dalla A alla Z, comprese K,X,Y (si veda la mappa n. 1). Tutte le mappe portano la firma del Geometra Antonio Costa, curatore ed estensore delle stesse.
Dalla veduta d’insieme, il territorio di Riola assume quasi la forma di una chiocciola con il collo
allungato in direzione ovest, verso Su Cuccuru Mannu, dove si affaccia per un breve tratto sul Mar di
Sardegna: da Punta S’Incodina a Roia Su Cantaru. All’interno dei confini Comunali è ricompresa anche
parte dello Stagno di Cabras.
I principali punti di riferimento per l’individuazione e la
rilevazione delle linee di confine sono costituiti da Nuraghi o altri
elementi (naturali e non) facilmente individuabili: strade, colline, terreni
privati o vigne, corsi d’acqua o paludi, ecc.
Nello specifico, i punti che fissano i confini amministrativi di Riola rilevati all'epoca, elencati in dettaglio, sono i seguenti:
- ad ovest, a delimitare il corridoio che si protende in direzione di Su Cuccuru Mannu: Nuraghe S’Imbuccada, Roccia Su Cantaru, Nuraghe Biancu, Narboni Licheri, Monte Su Spigacciu, Monte Palma, Nuraghe Benatzu Su Moru (o Nuraghe Conca Su Moru). All'interno di quest'area figurano le terre comunali, delimitate dai punti Sa Pauledda de Chiccu, Su Nuracheddu, Terreni Franco Daga e Palude Bidda Majori);
- a nord-ovest e a nord: Terra Giacinto Pinna, Nuraghe Matta Sterri, Pauli Segadroxias e Pauli Pearba, Cuccuru Bastonariu, Guardia Manna de Pischin’e Predi, Strada de Is Ariscas, S’ungroni de Predi Madau e Riu Zuaddias;
- a nord-est: Cuccuru Perda Niedda, Sa Mistra S'Onna (come riportato nella mappa; Mistra S'Ommu in riolese), Cojau, Fontana S. Leonardo, Rndo Lutzu Obinu;
- a est e a sud-est: Su Cannisoni, Gecca Luigi Sini, Ortalizie Rndo Santu, chiuso Salvatore Perra, Terre Fratelli Lucche, Gecca Giacinto Fanari, Vigna Sacerdote Orrù, Vigna Meloni, Terre Antonio Zoccheddu, Chiuso M. Podda, Gecca eredi Cadeddu, Vigna Salvatore Caria, Serra Pezza, Cuccuru Su Tuffu, Pauli Sa Spertura, Chiuso Rndo Orrù, Su Forti (gran masso in muratura), Pauli Lorissa, Angolo del chiuso di Giovanni Boi, Chiuso Giovanni Pili, Paul'e Idda;
- a sud: Chiuso Parrocchia di Nurachi (sulla strada Nurachi-Baratili), Vigna Marongiu, Vigna Giovanni Bellu, Vigna Michele Sias, Cammino Is Ollaius, Vigna Sebastiano Caria, Porta Trigu, Terreni Scolopi;
- a sud ovest (sul lato occidentale dello Stagno di Cabras) Perda Su Meriagu Mannu, Nuraghe Ziricottu, Monte Palmas.
Lungo le linee di confine sono inoltre riportati nella mappa numerosi triangolini rossi che presumibilmente indicano la presenza di massi o
di grandi pietre note come “pèdrasa de lacana” che all’epoca erano posizionate per marcare
con precisione i vari punti di confine.
Le paludi (1)
Una delle caratteristiche più evidenti del territorio
riolese è la presenza di numerose paludi
che ricoprivano non solo le aree prossime al fiume e allo Stagno di Cabras ma
anche vaste aree comunali distanti diversi chilometri dal paese, quasi tutte classificate, allora, come “demaniali”. Paludi che storicamente hanno costituito una protezione naturale contro le incursioni dei pirati barbareschi che infestarono il Mediterraneo dal XVI° secolo fino all'inizio del XIX° (le invasioni degli arabi in Sardegna, come in tutto il Mediterraneo, si ebbero anche alla fine del primo millennio), ma anche un grave problema sanitario legato alla malaria.
Molte di queste paludi sono tuttora presenti, altre sono
state bonificate a partire dalla metà del secolo scorso e trasformate in terreni coltivabili.
Paludi di maggiori
dimensioni:
Sa Pauli Manna: situata in prossimità del paese, sulla sponda destra del fiume, si estendeva dal ponte in direzione di San Vero Milis ricoprendo un'area molto vasta. A seguito della sua bonifica, effettuata nella seconda metà del secolo scorso, buona parte dei terreni furono affidati in conduzione all’azienda Marcoli per diversi decenni; attualmente sono nuovamente in capo al Comune;
Paul’e Mistara e Su Spainteddu: paludi situate sulla sponda sinistra del fiume (quindi molto vicine al paese), si estendevano in direzione Baratili unendosi alla palude Santa Barbara. Sostanzialmente, occupavano tutta l’area che oggi comprende campo
sportivo, parco sul lungo fiume, orti urbani, parte bassa cimitero, ecc;
Pauli Su Pranu Arredei (o Arridei): (2) oggi località Parradei; gran parte dei terreni bonificati sono in affitto/concessione alla Cooperativa Quattro Mori fin dagli anni ’50 del secolo scorso.
Paludi tra Riola,
Baratili e Nurachi
Paul’e Coni (bonificata); Pauli Sa Spertura; (bonificata; si trovava parzialmente in territorio di Baratili); Paul’e Idda (bonificata; si trovava parzialmente in territorio di Nurachi); Pauli Santa Barbara; (bonificata, ricadeva quasi integralmente nel Comune di Baratili); Pauli Mare Foghe (palude che da il nome al fiume di Riola nella sua parte finale e che ricadeva in territorio di Baratili, San Vero e Zeddiani). Il fiume di Riola è il Rio Mannu o canale di Rio Mar'e Foghe; dai riolesi,in passato era chiamato "S'Indorau".
Paludi a margine del lato sinistro del fiume, tra Riola e Cabras
Paul’e Fenu (bonificata); ricopriva un area adiacente
al fiume estesa fin quasi allo sbocco sullo stagno; località tuttora denominata
Palavenu;
Paludi sul lato destro del fiume, dal ponte verso lo sbocco sullo stagno di Cabras ed in prossimità dello Stagno Pischeretta (che costituisce parte dello stagno di Cabras)
Pischina Canis; Pauli Sa Rivera, Pauli Lutroxiu
e Prunas, Pauli Su Stani Mannu e Pauli Brazzu Orrù; Pauli Su Ludosu;
Nelle mappe non viene indicata la palude Pauli Rasu o Arrasu (Parrasu) che occupava la parte iniziale della sponda destra del fiume dal ponte in direzione ovest.
Paludi a margine o in prossimità
della sponda ovest, nord-ovest dello stagno di Cabras
Altre paludi nel Sinis
di Riola
Pauli S’Untruxiu o S'Antruxiu (bonificata; S'Antruzu in riolese); Pauli Sa Segadroxia (bonificata; Segadroza in riolese); Pauli Benatzu Su Moru (parzialmente bonificata); Pauli Bidda Majori (ancora esistente in prossimità di Sal'e Porcus; parzialmente in territorio di San Vero Milis); Pauli de Civas; Pauli Orgoleddu (bonificata); Pauli Funtana Nuova (bonificata); Pauli de Su Gureu o de S’Ureu (bonificata); Pauli Leporinus (bonificata); Pauli Sa Cozzighina (bonificata); Pauli Pearba (bonificata; insiste solo parzialmente in territorio Riola e per la quota maggiore in territorio di San Vero Milis).
Alcune paludi e stagni oggi (foto)
post a cura di Gilberto Linzas
Note
(1) Dal libro “Zenti Arrioresa” di Claudio A. Zoncu pubblicato nel 2001, abbiamo notizie sulle attività agricole che interessavano alcune zone palustri più vicine al paese fino alla prima metà del secolo scorso:
“Nel periodo primaverile, durante il prosciugamento delle
paludi che attorniavano il paese (“Pala Fenu”, “Pala Rasu”, “Pala Coni”, “Sa
Roia”, “Santrabara” e “Sa Paui Manna”, i riolesi seminavano legumi e ortaggi,
ottenendo copiosi raccolti. Era famoso tra i paesi del circondario un tipo di
fagiolo molto coltivato dai riolesi: “su pisu ‘e cara”, conosciuto ne paesi
vicini anche con il nome di “su pisu biancu de Arriora”, preferito alle altre
qualità per via “de sa bona cottura”.
(2) Notizie storiche e annotazioni riguardanti le paludi di Pranu Arrideli e Sa Cozzighina, tratte dal libro “Fatti e misfatti di Riola” di Giovanni Piras, pubblicato nel 2010:
“Chi si attarda oggi ad osservare quell’immensa palude di un
tempo chiamata Pranu Arrideli, resta ammirato, direi sconcertato, dall’immenso
cambiamento che in tal posto è stato fatto in seguito ai lavori di bonifica
effettuati sullo stagno paludoso di Benettudi dai fratelli Carta, proprietari;
col convogliamento verso Is Benas delle acque ivi stagnanti, che prima
riversavano su Pranu Arrideli ed in seguito sulla palude de Sa Cuzzighina, fino a raggiungere il Rio Mannu e
il contiguo stagno di Cabras. Sapere che nel 1836 tanto Su Parradei che Sa
Cuzzighina furono oggetto di contesa col marchese D’Arcais, che voleva
impossessarsene quale feudatario, contesa che si risolse a beneficio del Comune
perché il sindaco di allora vi si oppose, ritenendo che trattandosi di paludi
non coltivabili e solo adibibili a pascolo per alcuni mesi all’anno non potevano essere
oggetto di chiudenda, quindi erano e dovevano restare proprietà del Comune."
…..
"La trasformazione fondiaria, le coltivazioni operate, il
progresso che, se da un lato hanno dato la possibilità di rendere produttiva
una si vasta area di terreno, ne ha modificato l’habitat, e laddove migliaia di uccelli selvatici
prosperavano tranquilli e facevano i loro nidi, rendendo l’ambiente una specie
di zoo avicolo a cielo aperto, ora vi pascolano centinaia di pecore, di capre,
di maiali, vacche e vitelli e vi si producono patate, legumi e granaglie di
ogni sorta, sicché non è possibile pensare neppure lontanamente com'era al
tempo dell’infanzia dello scrivente, quando appena ragazzino di dieci, undici
anni, nel periodo dell’aratura e della seminagione, andava quasi tutte le notti
a portare il cavallo al pascolo e poiché era lontano dal paese, dormiva là, sul
margine di qualche fossato, sopra una bisaccia stesa per terra..."
….
"Ora, laddove le folaghe, le anitre, le quaglie, le galline
selvatiche, le pavoncelle (su ziriziri) e nei cui bordi abbondavano le allodole,
le cinciallegre e tanti altri tipi di selvaggina, compresi lepri e conigli, si
vedono le pecore, le capre, le vacche, i tacchini e le galline, i maiali, tutti
animali d’allevamento, coltivazioni di granaglie di ogni sorta, che danno la
sensazione del progresso, ma che lasciano nel cuore di chi ha visto prima quei
luoghi quel senso di rammarico e di amarezza come di chi prova la scomparsa di
un bene perduto per sempre e che mai più potrà ritornare."
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Post collegati (per visualizzare clicca sui link):
Riola: Cartografia dell' '800 - le vie storiche e Santa Corona (1ª parte)
Toponimi del territorio di Riola: Taccu, Praucchi, S'Arroia, Orgoeddu (a cura di B. Sulas)
Il Sinis di Riola: annotazioni; "su 'acchibi de Zuanni Mòntisi"